“Ho l’account su Mastodon ma non mi piace”

Categories: Fediverso

I cambiamenti di Twitter in versione Elon Musk continuano e non parlo della chiusura dell’ufficio stampa o dei continui licenziamenti di personale.
A nessuno sarà sfuggita la suddivisione della TL tra “Per te” e “Seguiti”, con la prima che contiene i tweet selezionati esclusivamente dall’algoritmo (quindi di fatto è Twitter a decidere cosa dobbiamo vedere) e la seconda che contiene i tweet degli account che seguiamo. Come forse avrete notato la TL “Per te” è decisamente preponderante sulla “Seguiti”: quando si fa un refresh della pagina si finisce sempre sulla prima, anche se si era sulla seconda, forzando l’utente a guardare quei contenuti. A questa poco gradita novità è seguita la visibilità dei tweet degli utenti bloccati (in pratica se io blocco un utente, lo stesso non vede ovviamente i miei contenuti ma io vedo i suoi, a differenza di quello che accadeva prima).
Ma la novità che sta facendo discutere più di tutte è quella uscita in questi giorni e che entrerà in vigore dal 15 aprile: da quella data, infatti, solo gli account verificati (quelli dal cosiddetto Twitter Blue, che pagano 8 euro al mese per avere l’account verificato) potranno partecipare ai sondaggi, vedranno i loro post consigliati ad altri utenti e non saranno inseriti nello stream “Per te”, condannandoli, specie se si tratta di account piccoli, di fatto all’oblio.
E’ evidente la volontà della nuova proprietà di portare l’utenza verso gli account a pagamento. con il duplice scopo di aumentare gli introiti e selezionare sempre di più chi è presente sul social.
Queste notizie (l’ultima, in particolare) hanno scatenato una ridda di proteste da parte degli utenti, che non vogliono pagare gli 8€ (e come dargli torto: è un servizio che hanno sempre avuto gratis e poi perché pagare per avere un servizio tutto sommato scadente come quello che offre Twitter Blue?) e minacciano di andarsene o chiudere gli account. Abbiamo già sentito questa storia all’epoca dell’acquisizione del social dell’uccellino blu da parte di Mr.Tesla, centinaia o addirittura migliaia di utenti si sono riversati su Mastodon con le istanze generaliste come mastodon.uno che hanno avuto enormi problemi a gestire questa crescita improvvisa (più utenti significa più risorse necessarie e le istanze Mastodon, compresa la nostra, vivono con le donazioni degli utenti o sono sostenute da privati, non hanno introiti da pubblicità o simili).
Poi, lentamente, la bolla della scorsa primavera si è sgonfiata e ci siamo ritrovati ad essere sempre gli stessi (più o meno, pur se con diverse interessanti new entry).
Mastodon è tornato ad essere un social di nicchia popolato per lo più da nerd o appassionati di tecnologia o di argomenti particolari, senza riuscire a fare davvero il salto verso un social davvero generalista. Leggo continuamente utenti Twitter che, alla proposta di passare su Mastodon in risposta alle nuove politiche di Musk rispondono “non mi piace” o “si parla sempre e solo delle stesse cose, che a me non interessano”.
Credo che sia ora di svegliarsi. E lo dico soprattutto agli utenti che vengono da Twitter. Un social è fatto dalle persone che lo vivono. Se volete un social con i contenuti che vi interessano dovete darvi da fare un po’ anche voi! Cosa pretendete che sia qualcun altro a fare il social che volete voi? Venite su Mastodon, iniziate a scrivere, anche qualche sana cazzata, non sarete di sicuro bannati per una battuta o un buongiorno e proviamo tutti assieme a fare crescere questa cosa che qualcuno ha creato e qualcun’altro ci mette a disposizone. E lo dico anche agli utenti storici di Mastodon: fate un po’ meno i duri e puri o i nostalgici su come era bello Mastodon quando eravamo in quattro gatti (mi ci metto pure io, dato che ci sono dal 2018). Si può mantenere l’ottimo livello delle nostre istanze tenendo fuori troll, politici e tutta la gente di merda che ha avvelenato Twitter senza dover per forza prendersela con chi posta foto di gattini o manda il “buongiornissimo kaffè” del mattino o anche che mette una foto in mutande e reggiseno. Cerchiamo di allargare un po’ i nostri orizzonti, senza rinunciare a quelli che per noi sono valori non negoziabili (più o meno quello che c’è nelle regole dei vari server), ma senza nemmeno esagerare nel verso opposto. A meno che…
A meno che gli utenti che vengono da Twitter non trovino piacevole Mastodon perché la visibilità che gli offre è limitata o cose simili.
A meno che i vecchi utenti di Mastodon non vogliano un social di nicchia da gestire come fosse l’orticello di casa.
Perché se fosse così, lasciatemi dire che nessuno ha capito niente. I social commerciali che ci riempiono di merda continueranno a proliferare e l’esperienza di Mastodon, se sopravvivrà, sarà ridotta a una nicchia irrilevante, mentre avremmo la possibilità di far crescere un luogo di incontro virtuale bello e piacevole.
Facciamo uno sforzo tutti quanti.

E se fosse ora di passare la mano?

Categories: Fediverso

Bologna.one era nato come una di quelle cose che quelli bravi chiamano “Proof of concept”, un volersi mettere alla prova per vedere come funzionava questo nuovo social network che si chiama Mastodon e che da tempo mi incuriosiva. Per un anno abbiamo vivacchiato ai margini del fediverso con la nostra piccola istanza da 50-60 iscritti e poi in due mesi ci è esploso tra le mani. Certo, non siamo una di quelle istanze che fanno 60k iscritti, siamo solo in poco più di 600, forse perché abbiamo scelto di fare selezione all’ingresso, lasciando le iscrizioni soggette ad approvazione, dopo che in due settimane eravamo arrivati a oltre 1000 utenti, a causa di una montagna di utenti fasulli e bot che si iscrivevano dai posti più improbabili della terra. Pur avendo scelto la strada della qualità anziché quella della quantità abbiamo comunque raccolto molti iscritti e mantenuto un ambiente pulito e ordinato.
Le cose però cambiano e occorre intuire il cambiamento e cercare di governarlo, pena la decadenza e l’oblio. La crescita degli utenti si è plafonata, forse la discussione non decolla come dovrebbe, anche a causa di chi dovrebbe stimolarla e invece si limita a tenere in ordine, perché il tempo a disposizione non permette molto più di quello.
Per questo ho deciso di aprire un dibattito importante fra tutti coloro che si sono iscritti a bologna.one: mi piacerebbe sapere se foste d’accordo nel trasformare un’istanza gestita di fatto da una sola persona (il sottoscritto) in qualcosa di gestito collettivamente. Passare da una gestione centralizzata a una collegiale, a un collettivo di persone che collaborano non solo nella moderazione, ma anche nello sviluppo dei contenuti della nostra istanza. Lasciamo da parte la gestione tecnica del server e di tutto il resto, di quello continuerò ad occuparmene io, sia perché è il mio lavoro, sia perché dominio e infrastruttura sono miei.
Parlo di gestione dell’istanza per renderla un luogo attraente e interessante per gli utenti.
Per ora lancio l’idea, se qualcuno è interessato per ora pub inviare una mail a management@bologna.one, vediamo quante adesioni otteniamo e poi decideremo come eventualmente muoverci.

E adesso?

Categories: Fediverso, Roba da nerd

Ciò che era nell’aria da aprile è arrivato a conclusione. Elon Musk è il nuovo padrone di Twitter. Non mi interessa parlare in questa sede del tira e molla durato sei mesi tra la vecchia proprietà e il miliardario sudafricano, né di cosa potrà eventualmente accadere nella gestione di Twitter. Magari ci torneremo su, ma in un’altra sede.
Il tema su cui vorrei focalizzare l’attenzione oggi è un altro e riguarda più da vicino noi che gestiamo istanze di Mastodon. Come prevedibile è ripreso il travaso di utenti da Twitter verso le istanze del fediverso, impattando, ovviamente, soprattutto sulle istanze più grandi. Gli amici di mastodon.uno, ad esempio si sono trovati con oltre 28k utenti in pochi giorni, ma la cosa ha riguardato un po’ tutti (anche noi, che siamo un’istanza molto piccola, abbiamo raddoppiato gli utenti in un pomeriggio). Se da un lato questa crescita improvvisa degli account su Mastodon non può che fare piacere a coloro che hanno creduto in questo progetto, dall’altro pone dei dubbi che vanno, a mio avviso, affrontati. Va da sé che una crescita così grande di account pone dei problemi di risorse che devono essere valutati accuratamente da chi gestisce le infrastrutture sui cui girano le istanze stesse, sia che siano affidate in gestione a qualche provider sia che, come la nostra, siano gestite internamente. Il problema non è tanto tecnico quanto economico. Sono certo che chi sta dietro alle singole istanze di Mastodon abbia le necessarie competenze per gestire queste problematiche, ma il punto vero è chi sostiene i costi di adeguamento di ciò che sta dietro a una istanza? Mastodon funziona grazie all’impegno di persone che volontariamente si mettono a disposizione per far funzionare il tutto, ma ci sono dei costi vivi che non possono essere risolti con l’impegno e la buona volontà: ci vogliono i soldi. Sarebbe giusto che gli utenti che usano le singole istanze contribuissero con delle donazioni, ma questo è un modello che difficilmente funziona, un po’ perché l’utente medio di un social pretende di avere il servizio gratis (dimenticando che, come diceva qualcuno, se il prodotto non ha prezzo allora il prodotto sei tu), e un po’ perché il modello delle donazioni, fatte su base volontaria, non permette di avere dei flussi di cassa costanti che sono quelli che permettono di gestire un business, anche di dimensioni relativamente piccole come queste.
Ed ecco il dubbio che si profila all’orizzonte e che rischia di minare alla base il modello di Mastodon: il progetto deve crescere, per diventare un concorrente serio dei social commerciali, ma questo comporta una crescita dell’infrastruttura tale da rischiare di non poter più essere gestita da volontari e con relativamente pochi fondi, con il rischio di finire con l’adottare per forza di cose, un modello commerciale, in aperto contrasto con quello che era lo spirito iniziale del progetto. Sono pochi i progetti che riescono davvero a mantenere intatto lo spirito originario nel momento in cui la crescita diviene rapida.
Io non ho la risposta a questi dubbi, ma credo che la comunità che sta dietro a Mastodon in Italia, pur nelle sue diverse anime, debba iniziare a ragionare su questa tematica, prima di trovarsi al punto di non ritorno.
Sarebbe un peccato se, dopo tutto il lavoro fatto nel nome della libertà di espressione, fossimo costretti a piegarci alla necessità di adottare un modello differente solo perché le dimensioni del giocattolo sono diventate talmente grandi da non essere più gestibile.

Birdsite e privacy

Categories: Fediverso

In questi giorni è montata parecchio la polemica su Twitter a proposito della presenza di alcuni sistemi automatici che ripubblicano su Mastodon i tweet di determinati utenti; sono i cosiddetti birdsite, di cui abbiamo già parlato in questo articolo al quale vi rimando per i dettagli.

Anche se il sistema dei birdsite è qualcosa di una po’ borderline a livello di privacy (non è detto che a un utente vada bene che i suoi tweet vengano replicati su una piattaforma differente) era in origine nato con motivazioni differenti, principalmente portare su Mastodon account che lì non esistevano per poterli seguire. E’ evidente che, mentre agli account “istituzionali” questo non crea alcun problema, dato che i loro contenuti sono destinati ad un pubblico molto ampio (pensiamo ai contenuti di un giornale, ad esempio) , la stessa cosa non si può dire per gli account di proprietà di singole persone, che potrebbero non gradire il crossposting dei loro contenuti all’esterno della piattaforma su cui e per cui erano stati generati.

Per quanto sia comprensibile che molti utenti di Twitter non abbiano gradito la replica dei loro contenuti su Mastodon a loro insaputa, segnalo che questo non è un problema di Mastodon, ma di Twitter. Mi spiego: i tweet che scriviamo non sono totalmente privati. Infatti, anche se per leggerli compiutamente è necessario fare accesso alla piattaforma, in realtà non è difficile  trovarli con un comune motore di ricerca. Il problema di privacy è quindi ascrivibile per la maggior parte alla gestione dei dati da parte di Twitter, anche se, come già detto, i birdsite fanno un uso abbastanza disinvolto di ciò che viene pubblicato sul social dell’uccellino azzurro.

Per quanto sia comprensibile che vedere una cosa come i propri tweet spiattellati qua e la per la rete possa non far piacere,  la realtà è che i vostri tweet SONO GIÀ sparsi per la rete, che vi piaccia o no.

Dato che troviamo la pratica dei birdsite comunque non totalmente corretta, nei prossimi giorni interverremo bloccando tutti i siti di questo tipo, in modo che questi contenuti non siano visibili su bologna.one.

Mini spiegone sui birdsite ad uso degli utenti Twitter

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I birdsite sono siti che permettono la realizzazione di un bridge tra Twitter e Mastodon, in una sola direzione (Twitter –> Mastodon). Si basano sul lavoro di un certo Nicolas Constant, sviluppato immagino per motivi accademici e rilasciato sotto licenza Open Source.[1]

Lo scopo del progetto è quello di poter seguire su Mastodon degli account Twitter ritrovandoseli nella propria TL automaticamente. Era stato pensato per poter rendere disponibile su Mastodon degli account altrimenti non presenti, soprattutto account ufficiali di giornali o istituzioni non presenti nativamente su Mastodon.

Il software non crea un clone su Mastodon dell’account Twitter ma si limita semplicemente a creare una connessione tra l’account su Twitter uno fittizio su Mastodon. L’operazione forse non è illegale, ma è abbastanza borderline, in quanto non è detto che singoli utenti “privati” (cioè non ufficiali o istituzionali) siano d’accordo sul fatto che i loro contenuti vengano cross-postati da una piattaforma ad un altra, dove, ad esempio non valgono le stesse regole.

Al momento, da quello che si sia, alcune istanze Mastodon (ad esempio mastodon.social) bloccano tutti i birdsite, mentre altre si limitano a bloccare singoli account su segnalazione degli utenti che si trovano loro malgrado in questa situazione.

Rivolgetevi agli amministratori delle singole istanze per ulteriori informazioni o richieste di blocco.

[1]: il codice del progessto BirdsiteLIVE lo trovate su GitHub (https://github.com/NicolasConstant/BirdsiteLive)

Una spiegazione semplice di come funziona Mastodon

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Come prevedibile il mondo degli utenti di Twitter ha reagito “di pancia” alla notizia dell’acquisto della piattaforma da parte di Elon Musk, iniziando ad accorgersi (meglio tardi che mai) del cosiddetto Fediverso, (https://it.wikipedia.org/wiki/Fediverso), che non è solo Mastodon, ma anche altre piattaforme come Friendica, Pixelfed o PeerTube.
Non è mia intenzione parlare del futuro Twitter in versione Mr.Tesla, ma del Fediverso e in particolare di Mastodon, del quale oggi su Twitter tutti si sono riempiti la bocca, nella maggior parte dei casi senza saperne nulla, ma volendo pontificare sull’argomento, nel perfetto stile che va così tanto sul social dell’uccellino azzurro.
Il concetto fondamentale del Fediverso lo potete leggere nell’articolo di Wikipedia linkato sopra e non starò a rispiegarlo qua.
Sintetizzando al massimo potremmo dire che tutto parte dall’idea della decentralizzazione, esattamente all’opposto delle piattaforme commerciali che ben conosciamo.

A partire da un protocollo, denominato ActivityPub, è stato costruito un universo di software, ognuno con caratteristiche peculiari, ma in grado di comunicare tra di loro grazie al già citato protocollo. Sia il protocollo che i software in oggetto sono rilasciati sotto licenze Open Source, permettendo quindi a chiunque di creare la propria istanza, “federandola” poi con le altre.
Si propone quindi un modello totalmente opposto a quello finora in uso, con un approccio dal basso e non dall’alto. Tutto ciò è una vera rivoluzione nel paradigma dei social media.
Mastodon, creato nel 2016 dal tedesco Eugen Rochko è il software che implementa una piattaforma di microblogging, ponendosi quindi in concorrenza con Twitter.
Da http://mastodon.it “Mastodon si descrive come la più grande rete di microblogging libera, open-source e decentralizzata del mondo. In termini più semplici, è un Twitter autogestito dagli stessi utenti.
Mastodon è un social network senza pubblicità e algoritmi, un’alternativa decentralizzata alle piattaforme commerciali, evita i rischi che un’unica azienda monopolizzi la nostra comunicazione. Chiunque può far parte di Mastodon ovvero creare una “istanza”, un sito su cui girerà il social e che collegarsi ed interagire con le altre istanze del social network.
Ancora da http://mastodon.it: Mentre Twitter è un’unica grande entità aziendale, Mastodon è più simile a un gruppo di negozi locali a gestione famigliare. Ciò significa che è necessario scegliere una “istanza” – un server che diventerà la tua casa. Niente panico! E’ ‘come scegliere la propria email, in cui è possibile comunicare con qualsiasi persona, anche se ha una mail diversa, su un sito/server diverso. E si potrà con Mastodon seguire qualsiasi persona al di fuori della istanza scelta e viceversa utenti delle altre istanze potranno seguirti.

Ora che Davide ci ha spiegato come funziona Mastodon andiamo a curiosare tra le istanze. Dal momento che ognuno può crearsi la propria istanza come potete immaginare ne potete trovare per tutti  i gusti (al momento nel mondi ci sono 3459 istanze di Mastodon (fonte: https://fediverse.party/en/mastodon/). Le potremmo suddividere per lingua e per argomento.

Le principali istanze italofone (cioè gestite da italiani e con contenuti in italiano) sono queste:

  • Mastodon Italia è la più attiva istanza italiana, la prima istanza generalista indipendente in lingua italiana, a differenza di altre realtà non è il mezzo di autopromozione politica, anarchica e movimentista e si autofinanzia solo attraverso le donazioni dei propri iscritti, è interamente autogestita dalla propria community ed è l’istanza principale degli attivisti per il free software e per l’ambiente, ospitando account ufficiali di Italian Linux Society e Fridays For Future. Promuove e partecipa attivamente ad azioni collettive in difesa della privacy quali il Privacy Pride. Di mastodon.uno ne ha parlato diffusamente la stampa, fra cui il quotidiano La Regione, su la Stampa e su La Repubblica. https://mastodon.uno
  • Sociale Network è una iniziativa dell’associazione culturale altrinformazione.net󰏌 e dell’associazione peacelink.it󰏌, è un ambiente di confronto per pacifisti, anarcolibertari, ecologisti, antimilitaristi, anticlericalisti, antirazzisti, antifascisti e ogni altro genere di persone che sogna un mondo più pulito, solidale e libero https://sociale.network/
  • Livello Segreto è un’istanza focalizzata su videogiochi, manga, anime, fumetti, libri, musica con molta pixel-art e retrogame https://livellosegreto.it/
  • Privacy Error in questa istanza si parla di privacy digitale, sicurezza su internet, software open source e informatica. https://privacy-error.it
  • Bologna.One Istanza della città di Bologna (e all’Emilia Romagna in generale) https://bologna.one
  • Tennis istanza creata con l’idea di mettere in contatto le persone con la passione per il tennis https://tennis.masto.host/

Accanto a queste ci sono alcune istanze dal contenuto fortemente politico, principalmente riferite all’area anarchica e antagonista e legate ai singoli territori:

E’ ovvio che ogni singola istanza ha i suoi amministratori e di conseguenza le sue regole. Informatevi bene prima di scegliere quella di vostro interesse, anche se è sempre possibile migrare da una all’altra.

Ultime note:

  • l’equivalente del tweet si chiama toot e la sua lunghezza è solitamente di 400 caratteri (alcune istanze come mastodon.bida.im  arrivano a 840);
  • l’equivalente del retweet si chiama boost
  • anche su mastodon è possibile bloccare e/o silenziare gli utenti. E’ possibile anche bloccare o silenziare un’intera istanza
  • su Mastodon non esiste una sol TL, ma tre, diverse per contenuto: Home, dove vedrete solo i toot di chi seguite, Local, con quelli di tutti coloro che sono iscritti alla vostra istanza e Federated, nella quale troverete tutto ciò che passa per tutte le istanze federate con la vostra
  • esistono ovviamente app per smartphone: è appena uscita quella ufficiale di Mastodon, altrimenti in ambiente Android si puà usare Tusky o Fedilab (sono una felice utente non Apple e non so su iPhone cosa esista, ma sono sicura che qualcosa ci sia)
  • se sono federate è possibile seguire su Mastodon anche piattaforme diverse: due esempi sono Friendica (ispirata a Facebook, la cui istanza principale in Italia è https://poliverso.org) e Pixelfed (ispirata a Instagram, istanza principale https://pixelfed.uno)

Spero che questo nostro articolo vi abbia chiarito le idee. Studiate e provate, chiedete ciò che non sapete, la community sarà felice di accogliervi ed aiutarvi.

Ci vediamo nel Fediverso

Cos’è sta roba?

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Visto che tutti parlano di Mastodon, noi che ne gestiamo un’istanza abbiamo deciso di creare uno spazio dove mettere notizie, informazioni e altro relative al Fediverso in generale e a Mastodon in particolare.

Ovviamente parleremo di bologna.one, che è la nostra istanza, ma non solo, anche delle altre realtà, italiane e non.

Stay tuned